“Bisogna volere l’impossibile, perché l’impossibile accada”: questo è quanto affermava in uno dei suoi aforismi Eraclito, filosofo greco del periodo presocratico del 500 a.c. A mio avviso è proprio di questo che abbiamo bisogno quando vogliamo cambiare veramente le cose o realizzare qualcosa di speciale, di unico.

La magia del sogno

Quando osservo qualcuno che ce l’ha fatta o magari non ha ancora realizzato il suo successo, ma lo insegue tenacemente, mi rendo conto che dietro c’è sempre un sogno, una missione, un ideale. L’ispirazione che traiamo da persone, idee, valori, è un motore potentissimo per la nostra motivazione e la nostra autoefficacia. Lasciarsi ispirare, farsi guidare dai propri sogni, connettersi con la parte più profonda di noi che sa dirci dove orientare le nostre energie è l’unico modo per realizzare un progetto di vita che possa influenzare significativamente la nostra e altrui esistenza.

L’importanza della passione e delle competenze

Il sogno, tuttavia, è a mio avviso solo la condizione necessaria ma non sufficiente per realizzare l’impossibile. Come abbiamo visto nell’articolo “Avere successo, cosa fa la differenza” risultano determinanti nella propria realizzazione personale due aspetti. La tenacia con cui perseguiamo i nostri sogni e la convinzione di poter sviluppare le capacità e/o le competenze necessarie a tal fine. Sono proprio le competenze un altro elemento fondamentale per creare qualcosa di unico. Competenze che tipicamente sono collegate alle nostre passioni, ovvero a ciò che ci dà la carica o che non ci fa sentire la stanchezza anche dopo averle sperimentate per molte ore di seguito.

Una storia di passione

E’ in questo modo che due giovani imprenditori siciliani stanno tentando di produrre un caffè italiano ottenuto, cioè, da coffea coltivate in loco. Basti pensare che a Palermo nei primi del ‘900 si era già tentato di produrre un caffè mediterraneo quando un inverno particolarmente rigido distrusse la piantagione. Questo  confermò così la credenza secondo cui al di sopra del Tropico del Cancro la pianta di caffè non poteva essere produttiva. Un secolo dopo, qualcuno ci riprova. Si tratta di un agricoltore specializzato nella coltivazione di frutti esotici e di un torrefattore e anche pignolo chocolate maker. I due imprenditori hanno deciso di sfidarsi grazie alle proprie passioni, alle specifiche competenze costruite nel tempo e all’ambizione di riuscire in una sfida impossibile.

Il coraggio di osare

A prescindere da quello che sarà, questi imprenditori, come molto altri che hanno fatto la differenza, hanno scommesso su loro stessi e sulle proprie idee. Si sono assunti il rischio di osare, di guardare oltre il convenzionale. Di non farsi ingannare o condizionare dai limiti del pensiero o dalla paura. E’ quello che hanno fatto i famosi Bezos, Musk, Jobs, Malala Yousafzai. Come anche i meno noti uomini e donne che ogni giorno si battono per cambiare le cose nel mondo della scuola o del lavoro, nella società. Perché allora non volere l’impossibile nella scuola per renderla un luogo in cui gli studenti desiderino andare piuttosto che fuggire, assaporare il piacere della conoscenza piuttosto che inseguire il voto liberatorio? Perché non volere l’impossibile nell’immaginare una gestione europea dei flussi migratori che possano salvare, accogliere ed integrare persone, valori, culture piuttosto che lasciarle al loro destino? Solo quando vorremo l’impossibile, questo accadrà.