Quando pensiamo al fallimento spesso proviamo disagio, frustrazione, colpa, rifiuto, paura, rabbia, ecc. sentimenti e sensazioni che rendono ancora più difficile affrontare l’insuccesso sperimentato o che potrebbe verificarsi. Eppure, a guardare bene il fallimento non è solo un evento avverso, ma anche e soprattutto, un evento pieno di senso e di insegnamenti.

Il fallimento è pervasivo

“Il mio matrimonio è stato un fallimento”, “Ho provato a seguire la mia passione ed è stato un vero fallimento!”, “Mi sento un genitore fallito…”. Il fallimento può accompagnare diversi momenti della nostra vita: come partner, come genitore, come figlio, come professionista, ecc. Di fatto l’insuccesso è pervasivo, può riguardare qualsiasi aspetto della nostra e altrui vita e quindi anche per questo è bene fare i conti con questa possibilità. Soprattutto se pensiamo che essa non è solo portatrice di sventura, di sensi di colpa, ma anche di scoperta e a volte di rinascita vera e propria.

Leggere e comprendere il fallimento

Penso alla situazione di Marco, studente universitario ossessionato dal fallimento della start up in cui credeva e in cui riponeva grandiosi sogni di successo e di ricchezza. Col senno di poi, dopo una laurea raggiunta comunque con soddisfazione (un primo successo) e un lavoro gratificante ottenuto anche grazie alla sua esperienza con la start up, il fallimento è stato rivisto con occhi diversi. Nei colloqui di lavoro americani i selezionatori indagano sempre eventuali esperienze di fallimento dei candidati. Anzi, la loro presenza nel CV è un fattore differenziante poiché l’aver sperimentato un fallimento è una grande opportunità di apprendimento e di crescita.

Spesso i genitori pretendono dai figli risultati scolastici eccellenti. Il solo pensiero del fallimento non è sopportabile né accettabile per Anna, madre e professionista molto esigente. Tuttavia, anche in questi casi bisognerebbe accogliere il fallimento dei propri figli come una possibilità niente affatto negativa e soprattutto piena di significati. Come mai un figlio decide di mollare la presa e rischiare un anno scolastico? Cosa spinge un figlio a non impegnarsi come vorrebbe il genitore? Quale insegnamento può trarre un figlio dal perdere un anno scolastico? Quanto il disimpegno è un segnale verso un genitore ipercompetitivo?

Accogliere il fallimento

Dietro al fallimento ci sono innumerevoli motivazioni, cause, possibilità. Si possono trarre significati, spiegazioni, se ci si permette il lusso di esplorare il fallimento. Basti pensare che esso è alla base dei processi innovativi. Se non si è disposti a rischiare, a fallire, non si lascerà mai la strada già battuta e sicura. Ecco allora l’importanza di accogliere il fallimento, per esplorarlo, per comprenderlo e viverlo di conseguenza. In questo modo avremo la possibilità di uscire dall’esperienza di insuccesso più consapevoli, più maturi, più responsabili, più accorti, più innovativi, in poche parole più evoluti.