La mezza età è anche il periodo dei bilanci e tra questi assume rilievo quello professionale. Dopo venti anni di lavoro, praticamente a metà della vita lavorativa, ma anche prima, è normale fare il punto sul proprio percorso professionale. Ci si chiede se sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati in gioventù o se ci si vuole mettere nuovamente in gioco per tentare nuove opportunità lavorative. Magari è il contesto stesso che ci pone nelle condizioni di affrontare una ricollocazione, la cassa integrazione o addirittura la perdita del lavoro. Sono tutti momenti in cui ci viene chiesto di affrontare un cambiamento con impatti più o meno rilevanti per la nostra vita professionale e non. Per affrontare al meglio questi cambiamenti della sfera lavorativa è importante dedicare del tempo per effettuare il proprio bilancio di competenze.

Capacità, potenzialità ed esperienze

Si tratta di un’attività che il più delle volte porta a scoprire capacità e parti di sé non conosciute o date per scontate. A questo si aggiunge la consapevolezza relativa alla trasferibilità delle capacità o delle competenze.  Queste, infatti, in molti casi sono applicabili in diversi ambiti lavorativi perché non sono specifiche ma trasversali. Ecco allora che le capacità di negoziazione, di ascolto, di collaborazione, organizzative, sono applicabili in tanti contesti lavorativi. Non meno importanti sono le esperienze che si ritengono rilevanti. In queste occasioni, infatti, abbiamo messo in gioco parti di noi che esprimono delle attitudini che possono essere utilmente applicate e valorizzate anche sul lavoro. E’ il caso del campo scout oppure del viaggio avventura organizzati durante l’estate. Sono occasioni che mettono in evidenza capacità organizzative, audacia, leadership, o potenzialità che se sviluppate possono fare la differenza.

Valori e motivazioni

Riflettere sui propri valori (es. successo, libertà, affermazione) e sulle motivazioni sottostanti il lavoro (es. ricerca dell’eccellenza, esercizio del potere) è un altro passaggio fondamentale. Sapere cosa ci motiva, quali valori intendiamo perseguire, è il modo migliore per affrontare le sfide lavorative e puntare alla propria realizzazione professionale.

Il talento

Tutti noi possiamo ambire a sviluppare uno specifico talento. Le nostre potenzialità, una volta rese operative, ci permettono di incidere la realtà lavorativa e non. Attraverso l’allenamento e l’esercizio costante delle potenzialità è possibile arrivare a sviluppare il proprio talento. Un fattore che ci consentirà di caratterizzare il nostro lavoro che diventerà espressione di ciò che ci piace fare e di quello che vogliamo ottenere. Il lavoro, quindi, non sarà solo un modo per ricevere uno stipendio. Sarà la strada per dare un senso alla propria giornata lavorativa e non solo.